DI ACQUE DI TERRE |
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...la suscitatrice provenienza , la scaturigine creativa dell´intenso e cadenzato componimento svolto per sottili immagini e figurazioni tanto naturalistiche quanto metafisiche che penetrano al vissuto di un incline lettore , così seducendolo . Appunto i tuoi ripetuti e rinfrescanti andirivieni in bicicletta da casa al torrente e una sua segreta conca dove immergerti e dove , sui bordi , meditare l´essenza e i vari aspetti della natura che silenziosamente affiorano alla mente sogguardante e speculante. Camillo Pennati ...Questa ultima e più matura raccolta Di acque/Di terre approfondisce i nuclei primari e sviluppa alcuni aspetti rimasti fino ad ora latenti. La maturità si esprime fin dalle due epigrafi in cui si evidenziano la nozione di "altrove", da leggere non tanto come condanna all´alterità ma soprattutto come esistenza di una terrena terra promessa, e la convinzione della possibilità di piantare radici in questa terra lontana, l´esigenza di radicarsi mentre lo spirito non si dissocia dal corpo ma ugualmente non rinuncia alla sua vocazione alata, creativa, errante. Maturità che si conferma nella prima coraggiosa sezione del libro, squaderna l´intimità più profonda del poeta articolandosi in una sequenza di versi taglienti ed essenziali e in brevi prose che nulla lasciano al mistero e all´oscuro, prose chiare, programmatiche, a tratti impietose... ...Siamo di fronte al poeta che fa i conti con la propria esigenza di scrivere e che, siamo lieti di dirlo, trova in sè le motivazioni per una poesia vera, necessaria, ancora una volta umanissima. Sporgono allora concetti portanti come il «momento» fuggevole e irripetibile come «un battito di ciglia, uno sguardo», il «sentimento dell´esistere» che riesce ancora a saldare questi momenti in un´unica identità, la memoria che «abbatte le frontiere» e viene definita «atto creativo» , la finitezza del tutto («partecipi di un unico momento, protratto ma non interminabile») e ancora una volta la nozione mai abbastanza predicata della "necessità" scevra da posticci imperativi sociali o letterari, condizione che sola può garantire l´avvento di una reale scrittura poetica («l´attenzione prevale sul dovere di capire. perduto nell´ andare ma senza frenesie»). ... ...Ecco allora che, anche se siamo tutti «rinchiusi asetticamente pressurizzati» e forzati «contro naturam» a meccaniche precipitazioni, come era scritto in una precedente raccolta, il poeta dimostra dì rientrare nel novero di coloro per i quali la poesia è ancora fedele rappresentazione dell´umano, di un vivere che non teme le gioie e i dolori, e soprattutto accoglie la molteplicità come dato non aprioristicamente positivo ma che sarebbe un crimine rimuovere. La poesia, sembra dirci Cogo, nonostante il mondo in cui prende vita, non può mai essere impersonale. Sandro Montalto 4 suite marina I il limite in balia del liquido elemento il sonno sonoro nel balbettio dell´onda col corpo che rimane sospeso in margine e gira s´orienta col filtro delle correnti così come per magia perduto dell´io ogni contatto nel profondo verdazzurro adriatico integro a sorpresa attivo nel respiro superdotato la culla che il corpo controlla dove s´arrende il pulsare in flussi alterni di respirazione nel grande organismo ancestrale con tutta la broda che rimonta il litorale ora ripidamente incorniciato ora incoronato di schegge sframmentato per intero di conchiglie in abbandono ridiscende e s´ sappiattisce il ventre sulle dune indefinite mobilmente per ampiezza e dimensione nel colore che tutto si reprime nel mesto andirivieni poi s´infrange le pazienti maree intorbidano sulla battigia battuta dal vento piccoli frangenti innalzano profili improvvisi monti luci e ombre scivolose tra i riflessi dove raggi solari richiamano cicli di fluide radiazioni Corpuscoli fotonici perdono valore di numero incarnando identica sostanza d´onda atemporale incolore transustanziale le immersioni in verdazzurro sogno di alberi e fiori e radici tra i petali dell´onda nel cullìo respiro immenso sconosciuto rollante di vita improbabili meduse e megattere altri lidi e valli tra scoscesi pendii e burroni incedere controvento controcorrente pesantemente contro m´amour, m´amour where are you... ma mer, ma mer... ma il centro è perduto definitivamente non è mai stato non esiste forse nel flusso incessante che procede s´oscura s´infredda in invisibile corrente tutto intorno un liquido accarezzamento un caldo oblio sensuale di culla e rosee valve slabbrate ignote insidie sott´acqua smolecolano paure più remote di respiri in amniotico liquido un battito d´ombre senza numero indistinzione rigenerante di forme inatteso sfarfallare marino ancora come sempre ancora nel rollio lucente di creste tra gli argenti il metallico variabile inarcarsi di schiume pensierose di bave di bolle in infantile lallazione il sottile gioco erotico espresso sformando e modellando onde di senso un algoritmo di ali e pensiero in un cedere e piegare in un svanire si mostra e s´infrange illusione ancora come sempre ancora II ti fa dono l´acqua che scivola dal cielo di note innumeri gocce si ricompone nel tuo ovale di mondo nel concavo bacino lo sciogliersi del pianto in enorme distesa ti unifica e concentra sei liquida prateria d´erba salina cibo fluido mobile magnetico tessuto che galleggia e s´imbrezza sei nettare per milioni di creature alloggiamento d´essere rapida manta distensione di mente azzurro mantra di cielo o carezza di nuvola bassa con le stelle estese dopo il temporale nel conforto raro che ti attraversa e specchia discenderti diventa difficile con le orecchie che pulsano e fischiano in allarmi di perduta abitudine |